9-10 luglio 1943: la campagna italiana:
Al disastro tedesco di Stalingrado ne seguì un altro in Tunisia, con la perdita dell'ultimo caposaldo dell'Asse in Nordafrica e la cattura di circa 200.000 soldati tedeschi e italiani (maggio 1943). Subito dopo gli Alleati usarono il Nordafrica come trampolino di lancio per l'invasione della Sicilia, l'Operazione Husky (luglio 1943). In realtà le decisioni definitive alleate riguardo alla pianificazione operativa avevano scatenato nuovi duri contrasti tra gli americani, desiderosi di un pronto ritorno in forze in Europa (Operazione Round-Up per un attacco in Francia nel 1943, che poi sarebbe diventata l'operazione Overlord del 1944) e gli inglesi, più timorosi della potenza tedesca e quindi favorevoli ad un rinvio (in attesa di un ulteriore dissanguamento tedesco all'est) e all'esecuzione di operazioni marginali nel Mediterraneo, nei Balcani, nell'Egeo (il ventre molle dell'Europa secondo Churchill). Le decisioni della Conferenza di Casablanca portarono allo sbarco in Sicilia (10 luglio 1943), anche nella speranza di provocare un crollo del regime fascista già fortemente indebolito. Le rapida dissoluzione delle difese italiane in Sicilia provocò una svolta decisiva in Italia: il 25 luglio Mussolini venne destituito dal re Vittorio Emanuele III e sostituito con il maresciallo Pietro Badoglio; il ventennale regime fascista si dissolse in pochissime ore senza opporre resistenza. Hitler, furibondo, previde la possibile resa dell'Italia e organizzò rapidamente le truppe e i piani per fare fronte alla defezione, liberare Mussolini e organizzare un fronte difensivo tedesco in Italia per rallentare la progressione alleata da sud e proteggere le frontiere meridionali del Reich.Dopo confuse manovre diplomatiche Badoglio e il re decisero di accettare l'Armistizio imposto dagli Alleati: l'Italia si arrese, firmando l'armistizio il 3 settembre, reso poi pubblico l'8 settembre, ma le truppe tedesche si mossero con grande velocità e risolutezza e riuscirono, anche a causa del completo crollo militare e politico della struttura statale italiana, a disarmare l'esercito italiano (oltre 600.000 soldati italiani furono catturati e deportati in Germania), occuparono Roma e affrontarono anche con abilità l'invasione alleata della penisola. Lo sbarco di Salerno (8 settembre 1943) venne quindi fortemente contrastato delle truppe tedesche del feldmaresciallo Albert Kesselring; dopo aver rallentato l'avanzata angloamericana, i tedeschi ripiegarono metodicamente, infliggendo dure perdite, sulle varie linee difensive stabilite sugli Appennini Meridionali. Alla fine dell'anno le intemperie invernali e l'abile condotta dell'esercito tedesco condussero alla definitiva stabilizzazione del fronte sulla cosiddetta Linea Gustav, imperniata sulle difese di Cassino. L'avanzata era, almeno per il momento, finita. Nel frattempo, nell'Italia occupata dai tedeschi, Hitler (dopo la liberazione di Mussolini il 12 settembre) organizzò un governo fascista fantoccio (Repubblica di Salò) con il redivivo Duce alla sua testa: il duro comportamento delle truppe e delle autorità tedesche (e di quelle fasciste) nell'Italia occupata favorì l'inizio dei primi fenomeni di resistenza contro l'occupante. La situazione dell'Italia divenne tragica: trasformata in campo di battaglia, era occupata dai tedeschi a nord e dagli alleati a sud, preda dei bombardamenti e ridotta in miseria. I 25 aprile viene liberata l'italia dagli americani.