7 maggio 1945: resa incondizionata della germania:
Fino all'ultimo Hitler, ormai disperato e quasi farneticante, pianificò fantomatiche offensive e proclamò propositi di resistenza ad oltranza, utilizzando i miseri resti delle armate sconfitte, vecchi e giovanissimi del Volksturm e divisioni "fantasma" (create frettolosamente con nomi altisonanti e pochi mezzi). Ancora il 6 marzo le divisioni corazzate Waffen-SS ritirate dalle Ardenne sferravano un'ultima offensiva in Ungheria nella zona del lago Balaton; dopo duri scontri le forze sovietiche contennero l'attacco e passarono all'offensiva (16 marzo). Ormai in disfacimento, le armate tedesche ripiegavano per coprire Vienna; le colonne corazzate russe proseguirono superando tutti gli sbarramenti. Vienna cadde il 13 aprile dopo alcuni aspri scontri dentro la città; i russi si congiunsero il 4 maggio con gli americani provenienti da ovest nella regione di Linz. Il 16 aprile 1945 l'Armata Rossa sferrava la sua ultima offensiva generale con obiettivo Berlino; l'attacco venne sferrato in gran fretta sotto la pressione di Stalin: di fronte al crollo del fronte occidentale tedesco, ai segni evidenti di dissoluzione della resistenza all'ovest e alla rapidità dell'avanzata, scarsamente contrastata, alleata, c'era il rischio che gli alleati occidentali precedessero i russi a Berlino . Al contrario, la resistenza tedesca sul fronte est si stava rafforzando.e le truppe nemiche erano intenzionate a battersi fino all'ultimo per difendere la capitale e il Führer, ma anche pLer salvaguardare la popolazione civile e guadagnare tempo in attesa dell'arrivo angloamericano da ovest. La massa offensiva sovietica era imponente e nettamente superiore a quella nemica, ma inizialmente venne impiegata male e confusamente; le perdite, di fronte alle difese fortificate tedesche furono altissime; lo sfondamento decisivo fu ottenuto solo il 20 aprile.Dopo queste difficoltà iniziali, la velocità dell'avanzata aumentò; in campo aperto le armate corazzate sovietiche superarono tutti gli ostacoli e manovrarono per accerchiare Berlino; il 25 aprile iniziò la battaglia dentro l'enorme abitato della capitale. Hitler, ormai rassegnato e deciso a terminare la sua vita e quella del Terzo Reich , decise di rimanere dentro la città e di organizzare la difesa contando su reparti raccogliticci di Waffen-SS straniere, resti di Panzer-Division disciolte e truppe del Volksturm e della Hitlerjugend. La battaglia casa per casa fu durissima e sanguinosa, i sovietici avanzarono passo passo da tutte le direzioni lentamente e a costo di pesanti perdite; dall'esterno alcuni tentativi di soccorrere Berlino da parte delle modeste forze dei generali Wenck e Steiner fallirono; il cerchio di ferro sovietico era impenetrabile. Sempre il 25 aprile l'Armata Rossa si congiungeva a Torgau sull'Elba con l'Esercito Americano arrivato sul fiume fin dal 13 aprile.La battaglia finale nel centro di Berlino terminò il 2 maggio con la resa della guarnigione; Hitler si era suicidato già il 30 aprile dopo aver sposato il 29 aprile Eva Braun.L'ultima manovra sovietica in Europa fu la marcia su Praga, insorta contro i tedeschi il 5 maggio, organizzata da Stalin anche per anticipare l'arrivo degli americani; le colonne corazzate russe diressero su Dresda e arrivarono nella capitale cecoslovacca il 9 maggio. Sul Baltico le forze sovietiche si erano già congiunte con le truppe inglesi provenienti dallo Schleswig-Holstein, dove si era rifugiato l'ultimo governo del Reich guidato dall'ammiraglio Karl Dönitz. La notte dell'8 maggio, al quartier generale del maresciallo Žukov a Berlino il feldmaresciallo Keitel firmava il documento di resa incondizionata della Germania. Per volontà di Stalin , i rappresentanti del Reich avevano dovuto ripetere davanti ai russi la resa già firmata il 7 maggio al quartier generale di Eisenhower a Reims.